Analisi del mercato americano: un 2016 quasi da incorniciare

I dati 2016 del TCNA mostrano-seppure incompleti in attesa del report annuale previsto per il Coverings di inizio aprile-che l’anno da poco concluso segna un incremento per il settimo anno consecutivo, e che quindi la fase acuta della crisi post-subprime e post Lehman può dirsi di fatto quasi del tutto superata e soprattutto recuperata.

Va detto ad onor del vero che il primo semestre 2016 ha visto una crescita di un 7,7% in quantità, quindi di poco inferiore alla crescita del 9,9% del 2015, ma va detto anche che il rafforzamento del dollaro ha avuto un ‘second step’ e che si trattava pur sempre di un anno elettorale, il cui effetto dirompente si è visto ad inizio Novembre con la clamorosa vittoria di Trump che ha portato la NYSE a festeggiare con un ulteriore ‘bull’ in momenti dell’anno in cui tutti si aspettavano un ‘bear’. In valore , parliamo di una crescita del 5%.

Le importazioni sono inchiodate magicamente allo stesso livello decimale del 2015, cioè al 68,6% dei consumi, e questo nonostante fossero ormai lanciate le attività espansive di Del Conca USA e fossero simultaneamente operative la fabbrica di Dickson di Dal Tile e quella del gruppo Concorde a poche miglia di distanza, a Mount Pleasant, nell’ormai colonizzato Tennessee.

E’ invece in ritardo la fabbrica di Lebanon di Marco Polo – Wonderful, gruppo cinese che ha fatto razzia di manager dalle varie aziende insediate sul territorio, in particolare Crossville da cui ha preso il COO Jed Durbin, in passato pure Tilecera –FlorimUSA, ma anche Dal Tile da cui ha prelevato il CEO Mike Kephart e Laurie Grogan, responsabile marketing, ex American Olean, così come Greg Burch, VP Sales.

La Cina continua ad esportare alla grande, col 28 per cento abbondante, crescendo tra il 2 ed il 3 per cento. Segue il Messico con il 25%, sorprendentemente in calo di quasi un 5%. L’Italia oscilla tra il 19 ed il 20%, con una crescita di un 19%, ben superiore a quella del 2015, ma è la Spagna a crescere spettacolarmente di oltre il 50 per cento.

E’ pur vero che i volumi spagnoli sono la metà di quelli italiani, ma solo lo scorso anno erano un terzo.  Pure il Brasile continua un recupero, con crescite di oltre il 20 per cento.

L’Italia chiuderà un consuntivo 2016 con un valore prossimo al 12% di crescita, 7 punti in meno rispetto ai volumi, a conferma che il cambio dollaro_euro è stata una leva potente. Infatti il prezzo medio è sceso dopo anni – pur in presenza di un costante miglioramento del mix-sotto i 2 dollari al piede quadrato, precisamente ad 1,94, mentre nel 2015 era 2,07, praticamente identico al 2014. Ma con questo cambio, va bene così.

Per dare un’idea, la Spagna è ad 1,34, contro l’1, 47 del 2015 e 1,55 di due anni prima, il Brasile a 0,64 da 0,70 che era nel 2015; Messico inchiodato a 0,58, Cina abbastanza stabile a 0,90, scendendo comunque da 0,94.

La cosa curiosa è che il mercato delle pietre naturali ha avuto un trend molto diverso. Le importazioni di lavorati (segato o lucidato) di granito hanno preso un ‘crash’, una contrazione del 20% a luglio-settembre, rispetto al 2015. Questo è un calo più netto rispetto al calo del 9,5% nel secondo trimestre di quest’anno. Ahia! Come mai? Brasile ed India precipitati, Italia spazzata via (meno 55%).

Il marmo lavorato ed il travertino ha visto una Turchia franare con un  clamoroso meno 55%, sostituita dai cinesi –più 48 per cento nei marmi- anche se i consumi di marmi sono calati in assoluto del 13 per cento.

Il travertino naturale invece è proprio dimezzato, sempre in assoluto, e la domanda è: ma come è possibile che un prodotto così apparentemente consolidato crolli senza che nessuno-tantomeno gli italiani, troppo cari-sia in grado di afferrare l’opportunità di un Paese in affanno totale per i propri problemi sociopolitici? Peccato, una occasione persa.

Il quarzo-resina, infine, vede il boom di Cina, Spagna e Vietnam, mentre Caesarstone vede calare l’export da Israele andando però a regime con l’impianto di Richmond Hill in Georgia. Vediamo che mosse faranno, hanno cambiato CEO e… sono da anni in giro per Sassuolo e dintorni, e mentre loro girano intanto Cosentino investe alla grande e supera sul mercato americano la quota del 40% di tutto il suo fatturato, vicino al miliardo di Euro, con tutti i prodotti che ha in gamma- Silestone quarzo, Dekton ceramica, e marmi veri. Complimenti davvero.

Cristiano Canotti

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